Era metà degli anni 60 e in un garage a Broni, gia come la Apple ma molti anni prima, 3 giovani radioamatori costruirono alcuni trasmettitori in SSB su richiesta di colleghi locali. Le radio in SSB erano poche e costose ecco la necessità di farsele in proprio in modo da risparmiare qualche soldo. Ecco come nasce la ERE acronimo di Equipaggiamenti Radio Elettronici. Il primo prodotto in serie era un trasmettitore per le bande HF con una potenza 300watt si chiamava XT600A, la potenza massima ammessa a quei tempi, frutto delle esperienze fatte per quei prototipi forniti ai radioamatori locali. Col passare degli anni seguirono molti prodotti, venne completata la linea HF con il ricevitore e vari accessori, seguirono alcuni prodotti per la banda dei 144 e sul finire degli anni 70 ERE produsse una serie di prodotti per le broadcasting e antenne. In questo contesto venne realizzato anche il trasmettitore AM sulla banda di 7140 per radio Spoleto, oltre il TX venne anche realizzata l’antenna direttiva 3 elementi priva di trappole, oltre 100mt quadri di superficie. L’apparato che però diede più visibilità alla ERE fu comunque il Mobil5, un ricetrasmettitore VHF banda 144Mhz operante in AM e FM con 5 watt di potenza. Uno dei primi apparati al mondo a copertura continua fatto come un autoradio, era portatile aveva la sua borsa e le batterie ricaricabili, oltre ad una staffa per il montaggio e smontaggio rapido dall’auto, quasi un estraibile che parecchi anni dopo tutti abbiamo imparato a conoscere. Col passare degli anni venne aggiornato, si aggiunse un interruttore per spegnere le luci della scala parlante, durante il funzionamento a batteria si deve risparmiare, il telaietto che permetteva la trasmissione in shift, così poteva essere utilizzato sui ponti radio. Gli ultimi modelli avevano potenza più elevato, 10 watt e lo squelch. In origine la scala parlante riportava dei numeri in rosso, si voleva introdurre una canalizzazione, proprio come sulle radio casalinghe FM di allora, la cosa non ebbe seguito. Lavorai in ERE dal 1975 al 1986, fu un periodo incredibile, la tecnologia cresceva molto rapidamente e la ERE sul finire degli anni 80 si dedicò esclusivamente al mercato civile abbandonando le produzioni radioamatoriali. Oggi quello che tutti ricordano però è il Mobil5 Ecco il mio cuore aperto su questo prodotto, esattamente un Mobil5 del 1973 tutt’ora funzionante.
Graziano BragaERE Mobil 5 - 5 Watt - RTX 144–146 MHz - AM e FM - 1,25 Watt AM - 2 Circuiti integrati - Prese cuffia e microfono Foto 1
Il frontale illuminato de due lampadine con poca luce per non riscaldare la radio, ma allo stesso tempo avere un minimo di visibilità al buio. Foto 2 Il frontale disassemblato dalla radio permette di accedere al vetrino scala e alle lampadine, oltre all’adesivo bianco dietro la scala. Foto 3 La scala parlante con i suoi numeri rossi che indicavano la canalizzazione mai accettata e presente solo nelle prime serie. Foto 4 Particolare dello strumento indicatore di segnale ricevuto e potenza emessa, veramente piccolo. Foto 5 L’integrato audio il TAA611B12 che ha sostituito il precedente TAA300, uno dei primi IC audio di allora, parliamo di prima del 1970. Foto 6 Integrato per il discriminatore FM TAA350 anche qui uno dei primissimi IC ed in questo caso il secondo dei 2 integrati presenti. Foto 7 Qui si vede il telaietto per ottenere l’emissione spostata di –600Khz allo scopo di ottenere l’accesso ai ponti ripetitori, allora non si usavano i subtoni. Foto 8 Particolare del quarzo inserito sul telaietto ponti. Foto 9 Questo piccolo circuito stampato è il filtro audio in TX per ottenere un emissione stretta. Foto 10 Qui si vede il transistor del modulatore AM Foto 11 Ecco il condensatore variabile di sintonia, il variabile era doppio perché una porzione serve alla calibrazione del preamplificatore d’antenna. La calibrazione del variabile e conseguente scala parlante, era uno dei processi più impegnativi in produzione, ore di lavoro. Foto 12 Inizialmente veniva venduto questo microfono insieme alla radio, un Electrovocice piezoelettrico. Foto 13 Il pessimo connettore di alimentazione, allora una novità….. mah! Foto 14 Vista completa lato sotto, era saldato con bagno di stagno " a mano" ovvero si scorreva la scheda su un pozzetto con lo stagno fuso al suo interno, quanti caldi ricordi ! Foto 15 Vista lato componenti dove si vedono tutti i numerosi punti di taratura, ricordo di altri tempi. Foto 16