Proseguendo con le apparecchiature Geloso, oggi mettiamo a cuore aperto un trasmettitore risalente al 1957, da considerarsi il punto di svolta della Geloso nella produzione di apparecchiature per radioamatori.
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Si tratta del trasmettitore G212 TR che mantiene dimensioni e caratteristiche del suo predecessore G210 ma a cui viene riprogettato il modulatore con l'impiego di un push pull di valvole 807 in luogo delle 6L6, viene abbandonato l'uso delle raddrizzatrici in favore dei raddrizzatori al selenio e viene sostituito il VFO 4/102, ormai obsoleto ed impiegante tre valvole octal ed al suo posto viene montato l'appena progettato e molto più stabile VFO 4/104.
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La valvola finale rf rimane ancora la 807, che verrà rimpiazzata con la più moderna e potente 6146 nel trasmettitore G222. Il 212 trasmette in AM e CW ed eroga una potenza di circa 30/35 watt effettivi. Le bande coperte sono quelle tipicamente radioamatoriali e tra queste troviamo anche la banda degli 11 metri, all'epoca anch'essa destinata ai radioamatori.
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La modulazione della portante è ottenuta modulando la finale rf in placca e griglia schermo tramite un generosissimo push pull di valvole 807 che con i loro 40 Watt in uscita garantiscono una profondità di modulazione del 100%, utile per sorpassare il qrm o per collegamenti a lunga distanza. Lo stadio finale lavora in classe C con tensione anodica di 660 volts costante, per garantire la massima uscita su ogni gamma.
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L'impedenza di uscita va da 40 a 1000 Ohm per permettere l'utilizzo di antenne filari o su linea bilanciata. Il trasmettitore è dotato di controllo diretto di isoonda che, abilitando lo stadio pilota, inietta nel ricevitore il segnale utile per eseguire la corretta sintonizzazione tra i due apparecchi.
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I controlli sono ben accessibili e razionalmente disposti sul pannello; il passaggio da ricezione a trasmissione avviene manualmente tramite un commutatore che provvede allo stand by del ricevitore ed allo scambio di antenna.
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L'accordo dello stadio rf avviene sintonizzando prima lo stadio pilota e poi quello di placca; in ultimo si perfeziona l'accoppiamento antenna/stadio finale ed il trasmettitore è pronto al funzionamento.
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Il VFO funziona sul principio dell'oscillatore CLAPP, che conferisce buona stabilità e limitata deriva in frequenza. La scala non brilla in precisione ma a quell'epoca era assolutamente sufficiente, data la larghezza di banda di molti ricevitori.
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Alla prova, il nostro 212 si dimostra ancora valido, permettendo buoni collegamenti sia sulla banda dei 40 metri che in quella degli 80, propagazione permettendo. Spero che conoscere questo apparecchio sia cosa gradita per gli amici appassionati, data anche la sua rarità.
Paolo Pierelli