10 marzo 1975: il giorno che ha cambiato (il modo di fare) la radio in Italia. Quel giorno di 40 anni fa, a Milano, iniziavano le trasmissioni di Radio Milano International. Sulla ricorrenza si è detto e scritto tantissimo in questi anni, ma mai si era avuto occasione di ascoltare, via radio, aneddoti su quel giorno dalla viva voce del fondatore della storica emittente: Angelo Borra. Eh sì, perché “L’Angelo della radio”, incredibilmente per la prima volta in quarant’anni, ha partecipato insieme al fratello Rino (che invece di ore al microfono ne ha totalizzate molte, anche se essenzialmente nei primi anni di attività di RMI) ad una trasmissione celebrativa in streaming (qui per l'ascolto), condotta nella serata dell'altroieri da Gianluca Costella (amico dei Borra, player della prima ora, attuale direttore dell’area radio-tv-digital del gruppo L’Espresso e da sempre cultore del medium radiofonico) con il supporto di Adriano Ronchi (Radio Planet), Patrizia (Patty) Cavallin (Otto FM) e Giorgio Tagliabue. Dall’immutata voce di un sempre brillante Angelo Borra, abbiamo così scoperto che i 20 W del trasmettitore T14-TRC1 (in origine un ponte radio militare per uso telefonico e solo per installazioni fisse, che consentiva assieme al suo multiplexer di avere 4 linee telefoniche + 1 di servizio) collocato dopo varie peripezie tecniche (“non avevamo il carico fittizio e quindi per tararlo collegavamo un grappolo di lampadine, la cui luminosità era indice del funzionamento a potenza”) a Milano nella centralissima Via Locatelli, presso la casa dei suoceri, facevano ascoltare le trasmissioni di One O One fino a Zocca (Modena), eccitando un giovane Vasco Rossi tanto da spingerlo fin sotto al Duomo per acquistare dallo stesso fondatore di RMI un residuato bellico per avviare i programmi della sua Punto Radio. Ma i 101 MHz ("frequenza scelta perché era quella fin dove si poteva spingere il trasmettitore per stare lontani dalle frequenze RAI", 99,9 MHz da Monte Penice, ndr) pare si sintonizzassero (pur con peripezie ed antenne dedicate) anche a Vicenza, presso la base NATO, dove a volte transitava (da Aviano, Pordenone) un giovane militare americano con esperienze radiofoniche: Mr Vibes (il “negro”, come affettuosamente definito dal vecchio pirata, libero dagli schemi come libere erano le onde dei suoi MHz), un dj che sarebbe entrato nella storia della radiofonia privata e nelle cassette di tanti aspiranti conduttori italiani. In questa fantastica ora e rotti tra forward e rewind (e tanti jingles storici), abbiamo scoperto che, in realtà, almeno agli esordi, i programmi di RMI andavano in onda sì dalla mitica Via Locatelli, ma erano preregistrati in Via Rossellini, oppure che, prima della decisione di avviare le trasmissioni in FM, Angelo Borra si era recato in Svizzera per trattare l’acquisto addirittura di Radio North Sea International (RNI) da Erwin Meister e Edwin Bollier, che avevano installato il relativo trasmettitore in onde corte tra il 1969 ed il 1974 a bordo della nave Mebo II (acronimo di Meister e Bollier), ancorata al largo di Scheveningen, nei Paesi Bassi (che, con un curioso condizionamento di ritorno, avrebbero poi fondato una radio FM in Italia su impulso dell'esperienza di RMI). O ancora, il presidio del mercato dei mixer da parte di Semprini, che a RMI aveva realizzato il primo apparato ad uso broadcast, creandolo sulla base delle esigenze e dei suggerimenti dei dj della stazione di Via Locatelli. Ovviamente numerosi i richiami agli artisti oggi notissimi che sono passati dagli studi di One O One: da Cecchetto a Terenzi (alias Silvestro Passerini, qui in un inedito spezzone del suo programma - dal “braccino corto”, ha ricordato Rino Borra), da Jerry Scotti (che veniva da Radio Hinterland Milano 2 di Cinisello Balsamo, con “le mani legate dietro”) a Leopardo (radiofonicamente nativo di Radio Reporter di Rho). Anni in cui c’era tutto da inventare: dai jingles adattati dagli station break di Radio Luxembourg alle pubblicità di negozi ed esercizi locali avendo solo come esempio il Carosello tv. E a proposito di tv, Angelo Borra, con le sue consuete brillanti metafore ed i suoi piacevoli incisi, ha commemorato l’avventura di Tele Milano International sul canale 24 (“anzi, un mezzo canale: 24 e mezzo”), negli intenti iniziali dedita ad una programmazione di film 24 h su 24 ("non stop film" il claim ipotizzato sulla falsariga del "non stop music" della radio), ma in realtà presto assurta a notorietà con la trasmissione di pellicole pornografiche notturne acquisite da un portiere “che organizzava festini a luci rosse, spesso buttandocisi dentro”. Avventura "durata sei mesi" (in realtà molto di più, posto che il puntuale sito Tele Historia assegna all'emittente un'occupazione molto più estesa nel tempo, ndr) e conclusasi con la cessione degli impianti (nel frattempo integrati dai canali H1, 46 e 68 da Milano e Montevecchia) alla Elettronica Industriale di Berlusconi, che nel 1980 li pagò con la fornitura di due trasmettitori (chi scrive ricorda ancora la scritta TRMI in sovraimpressione sui programmi nella nascente Canale 5). E ancora la prima espansione in FM sul finire degli anni ‘70, con l’installazione di ripetitori tra 101,0 e 101,1 MHz a Montevecchia e Monte Penice ("decisamente meglio di Montevecchia, ma da una posizione infelice, perché alle spalle del sito della RAI") - a Milano RMI operava a 100.950 MHz - prima di sbarcare in Valcava sui 101,2 MHz (dopo l'acquisizione di Radio Delta 1 101,3 MHz di Arese e di Radio Blue Lake Sound 101,2 MHz) “a seguito di un’idea del tecnico Nicolino” (e via di episodi sul suo passato all’Alfa Romeo…) e la sperimentazione, con finalità più romantiche che commerciali, in onde medie e corte, con tanto di scontri interferenziali addirittura con Radio Londra per i 1301 KHz. Un’ora e 16 minuti di ricordi, aneddoti e indiscrezioni che solo chi ha sempre un tonfo al cuore ascoltando i jingles di Radio Milano International può comprendere. (M.L. per Newslinet)