Da luglio sarà spento il ripetitore AM del Ceneri che da decenni diffondeva Rete Uno in tutto il Canton Ticino e oltre
In Ticino silenzio radio sulle onde medie. A partire dal primo luglio non sarà più possibile ascoltare Rete Uno sulla banda AM, come avveniva ormai da decenni. Ieri il Consiglio federale ha infatti approvato la richiesta della Srg Ssr idée suisse di spegnere il ripetitore ad onde medie del Monte Ceneri . Non vi saranno invece modifiche per quanto concerne la trasmissione radio sulle frequenze ultracorte (FM) e in digitale. Il cambiamento concernerà insomma quasi esclusivamente quei quattromila/seimila ticinesi che ancora oggi si affidano alle onde medie per ascoltare i programmi della prima rete radiofonica della Svizzera italiana. Un numero tutto sommato esiguo - sottolinea Michele Ferrario, produttore generale Rsi - considerando che Rete Uno è ascoltata da circa 135mila persone. Ma nessuna paura: gli irriducibili del AM non verranno lasciati senza radio. Dovranno però "convertirsi" ad uno degli altri sistemi di ricezione disponibili, prima tra tutte le onde ultracorte (vale a dire il sistema FM) che - assicura il responsabile distribuzione vettori Rtsi Nicolas Cattaneo - attualmente copre senza eccezioni tutto il territorio ticinese. Vi sono poi anche altre possibilità, prosegue dal canto suo Ferrario. Ad esempio sarà possibile ascoltare la Rsi « attraverso il cavo, opzione forse poco conosciuta e che non molti sfruttano. Oppure, qualora si sia in possesso di un apparecchio di nuova generazione, sfruttando il Dab. O, ancora, via satellite e tramite internet ». In particolare dal portale www.rtsi.ch è possibile - oltre che ascoltare la diretta - scaricare gratuitamente le principali trasmissioni. E proprio il gran numero di alternative alle onde medie ha indotto l'Ufficio federale delle comunicazioni (Ufcom), prima, e il Consiglio federale, poi, a ritenere giustificato l'abbandono della banda AM, considerata "una tecnologia ormai obsoleta". Tra chi risentirà maggiormente del cambiamento vi saranno gli ascoltatori esteri, soprattutto del Nord Italia. Quelli cioè che sino ad ora potevano contare sull'ampio irraggiamento (fino a 450 chilometri di distanza) garantito dal ripetitore del Ceneri. « Sappiamo che effettivamente vi sono persone che ascoltano i nostri programmi anche in Italia » rileva Ferrario. Per il pubblico italiano le due alternative valide per continuare a ricevere i programmi di Rete Uno sono quelle rappresentante dal satellite o da internet. Mezzi non forse così semplici da utilizzare come è una radiolina, ma d'altronde « la Ssr investe i soldi del canone anzitutto per garantire la copertura del territorio azionale ». Impossibile garantire però che da luglio nessuno in Ticino rimarrà senza radio. Nonostante a livello teorico in qualsiasi punto del Cantone vi sia sempre almeno un'alternativa per captare le trasmissioni della radio pubblica, anche alla Ssr non si può assicurare che non vi saranno delle eccezioni. Poche, comunque, perché « dove non arriva un sistema di trasmissione, dovrebbe arrivare l'altro » spiega Cattaneo. E in ogni caso il Dab dovrebbe giungere davvero ovunque. 1,5 milioni all'anno Alla base dello spegnimento del ripetitore a onde medie del Ceneri vi è soprattutto una motivazione economica. Comprensibile, sostiene il giurista dell'Ufcom Alfons Birrer, visto che l'operazione permetterà alla Rtsi di risparmiare 1,5 milioni all'anno: « Mantenere il ripetitore per quattromila persone costerebbe la bellezza di 380 franchi all'anno per ognuno di questi utenti ». Parte di questi fondi, assicura Ferrario, « saranno reinvestiti nell'affinamento delle attuali tecnologie di trasmissione ». Con la decisione di ieri il Consiglio federale ha pure posto le basi per la diffusione, in Svizzera tedesca, di un quinto canale video (SF info) sul digitale terrestre e ha prolungato di otto mesi, sino fine giugno 2009, il termine fissato nella concessione della Ssr per la presentazione, da parte dell'emittente pubblica, dei nuovi statuti. Futuro digitale Intanto in Ticino si guarda al futuro... in digitale. Per il momento le emittenti (sia radio che televisive) che sfruttano questa tecnologia sono unicamente quelle della Ssr. Tuttavia l'Ufcom ha già sondato il terreno per vagliare la possibilità di aprire nuovi canali a favore (anche) dei privati. Un po' come in Svizzera tedesca, dove da febbraio verrà attivata una seconda copertura digitale gestita da una società mista controllata dalla Ssr e da investitori privati. In Ticino come altrove - riferisce Birrer - i limiti all'estensione del numero di canali non è tanto tecnico ma economico. L'Ufcom attende quindi che gli investitori ticinesi (e italiani) si facciano avanti per reclamare più spazio nell'etere. Ma, probabilmente, per il momento le emittenti private sono più interessate all'assegnazione delle onde ultracorte in programma per il prossimo autunno. Termina un'epoca anche per i quattromila 'nostalgici' (TI- PRESS)