venerdì 19 novembre 2021

I 70 anni dell’antenna Rai di colle Sant’Anna

Prof. Leandro Janni, Presidente di Italia Nostra Sicilia

Diciamolo, evidenziamolo: malgrado la consolidata presenza nel nostro territorio della cosiddetta Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, malgrado il tenace attivismo di cultori di storia e tradizioni locali, alcuni luoghi emblematici legati alla Caltanissetta ottocentesca e novecentesca sono stati cancellati, dismessi. Luoghi che corrispondono a precisi edifici, costruzioni, manufatti. Luoghi che corrispondono a indiscutibili beni culturali e ambientali. Certo è che le non azioni, le dimenticanze, le omissioni, il persistente, improprio comportamento delle istituzioni preposte alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico ci sono sembrati e continuano a sembrarci veramente sconcertanti. E gravi. E di certo quelli che hanno maggiori responsabilità riguardo a questa mancata tutela e valorizzazione sono Comune e Soprintendenza.

Insomma: abbiamo quasi del tutto perso le ex miniere di zolfo che cingono la città. E’ stato cancellato l’ex mulino-pastificio Salvati, così come l’ex Fiat trattori di viale della Regione. E poi l’ex villino Lomonaco; lo storico distributore di carburanti con straordinaria copertura a sbalzo di via Sallemi. Ma anche l’ex gasometro di via Angeli, che versa in uno stato di degrado davvero preoccupante. E adesso, l’ultimo, imminente mis-fatto culturale, istituzionale: la mancata tutela dell’antenna Rai di colle Sant’Anna. Inaugurata – insieme all’impianto – il 18 novembre del 1951, il 18 novembre 2021 ha dunque compiuto 70 anni. Ma ciò non toglie che tra qualche giorno essa possa essere smontata, dismessa. Che altro dire? Un contesto, una situazione davvero desolante, scoraggiante. Una ottusa, ostinata coazione a ripetere le omissioni, gli errori e i danni del passato. Questa è Caltanissetta: una città che cancella, dimentica la propria storia, la propria identità, giorno dopo giorno. Inesorabilmente.  

 

Scheda sull’antenna Rai di Caltanissetta 

Il trasmettitore di Caltanissetta, meglio conosciuto come antenna Rai, è un’antenna omnidirezionale di 286 metri di altezza, che detiene il primato di struttura più alta d’Italia. Fa parte di una stazione radio della Rai, ormai dismessa, per la radiodiffusione in onde lunghe, medie e corte. L’inizio dei lavori di costruzione si ebbe nel 1949, quando ci fu l’esigenza da parte della RAI di rendere fruibile la ricezione del segnale nei paesi del Mediterraneo e del Nord Africa. I costi di costruzione furono di 146 milioni di lire dell’epoca; l’azienda costruttrice fu la CIFA (Compagnia Italiana Forme e Acciaio). L’impianto, di proprietà della RAI, fu inaugurato il 18 novembre 1951 dall’allora ministro delle telecomunicazioni Giuseppe Spataro e dal presidente della RAI Cristiano Rindomi, insieme ai presidenti in carica e uscente della Regione Siciliana Franco Restivo e Giuseppe Alessi. 

Fino al 1965 l’antenna deteneva anche il primato di struttura più alta d’Europa; il record fu poi battuto dalla Belmont Transmitting Station, alta 351,65 metri, situata in Gran Bretagna; quest’ultima è tuttora la più alta struttura di tutta l’Unione europea, seconda solo alla Torre della TV di Vinnycja in Ucraina alta 354 metri. Al 2015 l’antenna RAI di Caltanissetta è la 43ª torre di trasmissioni per altezza censita al mondo. L’antenna è sita alla sommità della collina di Sant’Anna di Caltanissetta , collina che ha un’altezza sul livello del mare di 689 metri s.l.m., la sommità dell’antenna è quindi alta 975 metri. 

L’antenna è costituita da 37 elementi metallici a traliccio: il primo, ovvero quello di base, ha forma di piramide rovesciata, gli altri 36 hanno la forma di un parallelepipedo a base quadrata di lato 3,2 metri circa e altezza 7,62 metri circa ciascuno. Le quote accanto alla struttura rappresentano le altezze delle varie piattaforme di sosta, collegate tra di loro da una scala ingabbiata e in corrispondenza delle quali sono posizionate le lampade di segnalazione, una per ogni angolo. Alla sommità c’è un’altra piattaforma da cui si può accedere all’anello capacitivo, un cerchio metallico del diametro di circa 9,6 metri, ancorato alla struttura con cavi di acciaio.