Stavo per iniziare la nuova collaborazione con una radio "domestica" ma andando al laboratorio, mi sono imbattuto in un oggetto, italiano, che mi ha fatto riflettere sul fatto che le comunicazioni militari non si svolgessero solo via radio ma anche via telefono, soprattutto molti anni fa e così, visto che apparati militari italiani non ne trattiamo granché e non ce ne sono molti, ho pensato di fare uno strappo alla promessa e di aprire questo bellissimo "APPARATO TELEFONICO NORMALIZZATO DA CAMPO Modello G.A. 1931", costruito dalle officine Savigliano.
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Progettato nel 1930 e messo in servizio l'anno successivo, il G.A. 1931 è il tipico telefono campale italiano.
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Venne costruito dalla SOCIETA' NAZIONALE DELLE OFFICINE DI SAVIGLIANO - TORINO" per il Genio e l'Artiglieria e di qui le lettere G. A. Costruito interamente in un mobiletto in legno, è un apparecchio molto robusto, ben assemblato e tutt'ora funzionante.
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Aprendo lo sportello frontale, troviamo la cornetta, costruita però dalla PEREGO di Milano, che ha un pulsante da "TENERE PREMUTO CONVERSANDO", come scritto sull'impugnatura, ci sono poi i morsetti di linea, due pulsanti di cui quello rosso per il CONTROLLO DI LINEA (premendolo e girando il generatore di chiamata, l'indicatore ottico, simile ad un occhio magico, deve rimanere chiuso) e quello bianco di PROVA APPARATO (premendolo e girando il generatore, si deve udire lo squillo della suoneria).
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Accanto ai pulsanti troviamo il deviatore per l'uso SINGOLO "S", senza cuffia e DOPPIO "D", con cuffia ausiliaria ed accanto al deviatore trovano posto anche i morsetti per la pila esterna, utilizzata per alimentare un secondo apparecchio quando il primo fosse stato utilizzato come apparecchio di controllo.
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Nello stesso vano, si trova una cassettina in cui sono contenuti i cavetti di collegamento ad un secondo apparecchio (controllo e conversazione) e la cuffia, dotata di una cinghia da stringere intorno alla testa, assai scomoda, devo dire.
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Sullo sportello troviamo lo schema e le istruzioni per l'uso. Sul lato destro c'è la manovella del generatore di chiamata che ancora eroga ben 110 volts circa; sul lato sinistro trova posto il morsetto di terra. Sul retro c'è il vano batteria al di sopra del quale si vede il cablaggio di parte del telefono, gli importantissimi scaricatori a carbone, contro le sovratensioni di linea.
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L'alloggiamento della pila di alimentazione, ad acido solforico, ha risentito delle esalazioni di questo e lo schema di cablaggio, fatto in lamina di alluminio, fissato all'interno dello sportellino è quasi del tutto corroso.
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Lo sportello accanto dà accesso al circuito vero e proprio, alla suoneria ed al generatore per la chiamata. Sono visibili anche i componenti, tutt'ora originali, che completano il circuito.
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Insieme al telefono veniva, a volte, fornita la "CASSETTINA DI CHIAMATA PARTICOLARE" che, collegata opportunamente ad una seconda linea, ne evidenziava le chiamate in arrivo e ne consentiva le uscenti e, collegando i due jacks forniti con il telefono, si potevano gestire due linee col medesimo apparecchio.
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La tensione delle pile era di 6 Volts, la durata arrivava anche a sette giorni e la lunghezza massima delle linee bifilari poteva raggiungere i due chilometri circa.
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Si poteva usare, per distanze inferiori, un solo filo e la presa di terra.
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Spero che questo bell'apparecchio, anche raro, sia di interesse per gli amici appassionati.
Paolo Pierelli