La libertà di espressione è a rischio in Venezuela dopo che il governo del presidente Hugo Chavez ha ritirato le concessioni di 34 tra radio e televisioni e minacciato lo stesso provvedimento per altre 200 emittenti. Dopo avere ricevuto istruzioni formali della Commissione nazionale delle telecomunicazioni (Conatel) le 34 stazioni radio e tv prese di mira hanno sospeso le loro trasmissioni. Centinaia di persone si sono radunate presso le sedi delle stazioni in segno di protesta. "No alla censura" , "Popolo, apri gli occhi, c'è una dittatura", si leggeva su alcuni cartelli issati dai manifestanti davanti alla sede del gruppo radiofonico Cnb, uno dei mass media sospesi, a Caracas. "Assistiamo alle più importanti misure di restrizioni alla libertà d'espressione mai adottate in Venezuela in un periodo di democrazia", ha dichiarato Carlos Correa, direttore dell'organizzazione non governativa a difesa della libertà di espressione Espacio Público. Il direttore di Conatel Diosdado Cabello, ha negato ogni azione di censura giustificando il ritiro delle concessioni con ragioni tecnico-amministrative. Secondo Cabello le frequenze saranno ridistribuite a persone che da tempo attendono di potere trasmettere. Secondo Vladimir Villegas, ex direttore della televisione pubblica VTV, il governo prepara una serie di riforme che puntano a "democratizzare" un settore ancora oggi molto concentrato.