Yermek Boltai, un giornalista dell'emittente radiofonica Azarryk, il servizio kazako di Radio Free Europe/Radio Liberty, è stato aggredito ad Almaty. L'ha reso noto oggi l'agenzia di stampa Interfax. L'aggressione ha avuto luogo ieri sera, ha precisato una fonte in Rfe/Rl. "Diverse persone si sono avvicinante a Yemek, nelle vicinanze della sua casa, e gli hanno chiesto una sigaretta. Lui ha risposto che non fuma. Allora loro hanno chiesto denaro, lui gliel'ha negato. I giovani l'hanno quinti aggredito e l'hanno picchiato brutalmente", ha affermato la fonte. "Gli aggressori - ha continuato la fonte - non hanno preso né denaro né il suo telefono cellulare". Non è il primo attacco a giornalisti ad Almaty. L'ultimo ha interessato Artyom Muisov del giornale d'opposizione Taszhargan, accoltellato più volte il 29 dicembre. Tuttavia è la situazione in tutta l'Asia centrale a preoccupare in quanto a libertà di stampa, tra arresti e aggressioni. Meno di un mese fa, dopo aver seguito le elezioni politiche in Turkmenistan, il giornalista di Rfe/Rl Osman Hallyev è stato arrestato ed è sostanzialmente tuttora agli arresti domiciliari. Ogni suo movimento è controllato e gli è stato tagliato il telefono. Un altro cronista turkmeno dell'emittente, Dovlemurat Yazguliev, è stato minacciato con la moglie da funzionari locali nella provincia di Ahal. Ultimamente il cronista è stato avvertito che, se continuerà a lavorare per i media stranieri, potrebbe essere arrestato. Ancora, in Tagikistan un colleboratore dell'emittente Usa, Abdumumin Sherkhonov, è stato picchiato da tre persone, due delle quali sono state arrestate. Mentre, per tornare in Kazakistan, il direttore di Alma-Ata Info, un settimanale, Ramazan Esergepov, è agli arresti nonostante sia considerato in pericolo di vita viste le sue precarie condizioni di salute. In Asia centrale "i giornalisti possono venire attaccati e aggrediti perché hanno scritto un articolo molto specifico che minacci gli interessi di un rappresentante del governo o di un qualche funzionario", ha dichiarato Elsa Vidal, rappresentante di Reporter senza frontiere per l'Asia centrale. Rsf sta cercando di portare la questione all'attenzione di organizzazioni internazionali e multilaterali, come l'Unione euoropea. Secondo l'ultimo rapporto "Freedom in The Workd" dell'organizzazione per i diritti civili Freedom House, l'unica regione al mondo in cui nel complesso, dal 2001 a oggi, le libertà civili sono diminuite piuttosto che aumentare è quella rappresentata dai paesi dell'ex Unione sovietica, con l'esclusione dei Paesi baltici. (Apcom-Nuova Europa)