Il Presidente della Repubblica Rafael Correa ha dato il via libera alla confisca di buona parte delle aziende appartenenti ai fratelli Isaias, banchieri ecuadoriani scappati negli Stati Uniti a seguito del fallimento della loro banca Filanbanco, nel 1998, lasciando centinaia di migliaia di correntisti senza i loro risparmi. A dieci anni da questo triste evento il governo di Correa ha avuto il coraggio di agire, affermando che la confisca servirà per risarcire le vittime dei banchieri. Tra le 195 aziende sequestrate, emergono due canali televisivi, Gamavision e TC Television, e una radio, Radio Sucre. L’opposizione accusa il Presidente di voler far tacere i media a lui ostili, ad un paio di mesi dal referendum che, tra le altre cose, deciderà anche il futuro di Correa, essendo proposta la possibilità per il mandatario di candidarsi ad un secondo mandato, cosa all’oggi illegale. I lavoratori delle televisioni e della radio hanno iniziato uno sciopero, temendo per il loro posto di lavoro e per la libertà d’espressione nel paese. Il Presidente ha affermato che le televisioni e la radio continueranno a trasmettere, e che le critiche dell’opposizione sono parziali, riferendosi solo a tre di centonovantacinque aziende confiscate. Questa decisione, comunque, non trova tutto il governo d’accordo; il responsabile del dicastero economico,Fausto Ortiz, ha rimesso il suo mandato, in polemica con l’azione realizzata. Al suo posto Correa ha già fatto giurare Wilma Salgano, rappresentante andina dell’officialismo, fortemente sponsorizzata dal Presidente, che ne loda le capacità e la fedeltà al cambio che si sta realizzando nel paese. Mesi intensi aspettano il paese Andino, caratterizzati dalla campagna referendaria, i cambiamenti economici realizzati dal governo ed una opposizione concentrata in far fallire la tornata elettorale. (La Voce)