Oggi, sarà perché siamo ormai prossimi a vedere la fine delle gloriose onde medie italiane, ho deciso di mettere a cuore aperto un apparecchio autocostruito che ha raggiunto la veneranda età di 97 anni ed arrivato a me molti anni fa. Costruito con ottimo materiale di provenienza tedesca e di gran marca e contenuto in un mobiletto in legno ben costruito, questo apparecchio utilizza il classico circuito a reazione con accoppiamento elettromagnetico, ottenuto tramite due bobine, di cui una è mobile.
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Impiega tre valvole TELEFUNKEN ancora originali: RE 074, RE 134 ed RE 154. Il loro impiego è tipico: uno stadio in alta frequenza, detector ed amplificazione di bassa frequenza. Come dicevo, l'accoppiamento è ottenuto tramite il movimento di una delle due bobine, quella a fondo di paniere che, messa in movimento da un sistema micrometrico molto ben fatto, permette di dosare la reazione ed il segnale in ingresso.
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L'altra bobina, altro non è che un trasformatore di Tesla, realizzato in modo impeccabile, col primario tra antenna e terra. I singoli stadi sono tra loro accoppiati tramite trasformatori, come in uso a quei tempi, con rapporti di trasformazione diversi a seconda dello stadio in cui vengono utilizzati, Uno ha rapporto 1 a 3 e l'altro 1 a 5.
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L'accensione delle valvole è controllata tramite tre reostati in ceramica del valore di circa 40 Ohm ognuno, con i quali è possibile ottimizzare il rendimento di ogni singola valvola in circuito ed anche di dosare il volume in uscita di BF visto che il vero e proprio controllo di volume era di là da venire. Sul retro troviamo gli ingressi per l'alimentazione: 4 volts per i filamenti, 120 volts per la finale di BF ed 80 volts per rivelatrice e detector.
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Le tensioni di griglia vengono erogate da una batteria, ancora al suo posto, che possiede vari potenziali (1,5; 3; 4,5 e 6 volts) e tramite dei morsetti è possibile scegliere le tensioni che diano il miglior rendimento. Antenna e terra hanno l'ingresso sul pannello frontale dove troviamo tutti i comandi e controlli ed i due Jack di uscita: uno per la cuffia, che esclude automaticamente l'ultimo stadio BF e l'altro per l'altoparlante a tromba.
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La gamma esplorabile è quella bassa delle onde medie, fino a 1000 Khz circa. Il cablaggio è realizzato senza saldature, tutto con morsetti e filo rigido a sezione quadrata, come si faceva allora. Sui portavalvole si notano le lettere corrispondenti ai vari elettrodi (Anodo, Filamento e Griglia), il che facilitava le operazioni di costruzione della radio, dando modo di non sbagliare i collegamenti. Un cenno va doverosamente fatto alla piccola ma veramente volenterosa "BATTERIA PER RADIO" marcata SOLE.
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Come si vede dal video allegato, anche dopo quasi 100 anni, questa piccola batteria riesce ad erogare ancora 1,2 volts circa per elemento e non è poco. Ho acceso questa radio due anni fa, prima del lockdown e vi assicuro che nonostante i suoi allora 95 anni suonati, era ancora in grado di funzionare, esclusa la batteria di griglia, ovvio, e di far ascoltare varie stazioni in buon altoparlante o, per dirla come in quegli anni, in ottimo altisonante.
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Il gruppo RC di griglia della prima valvola AF è composto da una bellissima resistenza sotto vuoto LOEWE da 2 Mohm e da un altrettanto bel condensatore da 250 pF, marcato NORA, marchio assai famoso in quell'epoca. Spero di potervelo mostrare acceso quanto prima. Oggi, causa terza dose del vaccino covid, non ero in condizione di prendere gli alimentatori in laboratorio ma mi riprometto di farlo quanto prima. Spero che anche questo bell'apparecchio sia di interesse per tutti gli amici appassionati.
Paolo Pierelli