lunedì 8 agosto 2011

G3 vs. G6 Etón

Poco più di una settimana fa sono entrato in possesso di un G6 Etón, così mi sono dilettato a fare un confronto con il fratello maggiore G3 acquistato in primavera.
Innanzitutto, dopo vari tentativi effettuati per ottenere uno straccio di collegamento con le antenne esterne mi sono convinto che entrambi funzionano meglio con quelle incorporate, ferrite (che tuttavia non può essere esclusa) o telescopica, perché se si usano le apposite prese coassiali il G3 diventa sordo - più che altro sopra i 10 MHz - e il G6 va in saturazione.
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Il problema è che per ottenere il massimo della resa bisogna essere vicini ad una finestra, ovvero all'aperto. In tali condizioni, ad esempio, una sera con il G6 e la (corta) telescopica sono riuscito a percepire la portante di Radio Inconfidencia, tanto per rendere l'idea. In LW/MW vale lo stesso discorso: nelle ore diurne orientandoli bene in mezzo ai palazzi a Rapallo (Genova) prendono bene Corsica, Costa Azzurra, Barcellona e nord Africa, in oscurità tutto quello che può arrivare dignitosamente da Europa, Africa e così via. Per abbinarli, invece, ad un'antenna loop bisogna per forza utilizzare il metodo induttivo: io ho provato ad avvicinarli alla loop su ferrite da 75 cm senza amplificatore e se non avessi del noise elettronico locale 24 ore su 24 i risultati sarebbero secondo me sorprendenti.
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Si potrebbe affermare che il G3 è superiore, ma solo perché ha LSB/USB separate, forse una selettività un po' migliore e la demodulazione sincrona (che va e non va a seconda dei modelli), come ricezione invece il G6 è quasi identico e addirittura ha persino meno spurie. Tutto questo per ciò che riguarda l'AM. In FM, invece, il fatto che il G6 sia, per così dire, rispetto al G3 più sensibile alle antenne esterne, potrebbe sembrare un vantaggio, perché collegando il dipolo telescopico (l'antenna che potrebbe venire bene per Leo in spiaggia con la Tecsun al posto della 5 elementi) su 87.5 arriva benissimo R. Maria dal M. Verrugoli (La Spezia) e su 106/107 la AFN da Livorno. Purtroppo ha una selettività piuttosto blanda, nonostante la risoluzione minima della frequenza di 25 kHz. Il G3, al contrario, è un po' più selettivo, ha l'RDS, ma la lettura minima è di soli 50 kHz e la sensibilità dipende strettamente dal puntamento della telescopica e dalla morfologia del luogo di ricezione. Ad essere un po' maliziosi verrebbe da ipotizzare che queste...diversificazioni (eufemismo) abbiano uno scopo puramente commerciale, affinché un acquirente per avere il meglio comperi entrambi i modelli. Come, appunto, è capitato a me.
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Però tra i due litiganti il terzo gode, vale a dire il più vecchio E5 che, erede del DE1103 Degen, in AM gestisce benissimo le antenne esterne, sia HF che LW/MW perché inserendo un jack *mono* nella presa per l'antenna esterna esclude sia la telescopica che la ferrite. In FM, ma non ne sono sicuro perché non l'ho ancora aperto, potrebbero esserci ancora i due filtri ceramici tradizionali sosituibili con quelli più stretti, però ho avuto l'impressione che, a differenza del Degen, non reagisca all'inserzione di antenne esterne. Dunque è probabile che ci si debba accontentare della telescopica incorporata, ma dalle prove effettuate sembra che due o tre elementi come per il DE1103 siano più che sufficienti per fare ascolti DX. L'E5, evidentemente, è basato ancora sull'elaborazione del segnale analogica, mentre dai dati ricavati negli archivi dei gruppi Yahoo! dedicati a G3 e G6, questi ultimi montano processori Silicon Labs (G3) e Toshiba (G6), per l'elaborazione digitale di tipo DSP.
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In conlusione, penso che G3 e G6, ma anche i Tecsun e altri piccolini o ultralight come li definiscono gli anglosassoni, siano il giusto compromesso tra l'evoluzione tecnologica ed un panorama di radiodiffusione AM che, purtroppo per gli appassionati a livello hobbistico e per quelli che abitano dove non arrivano ancora i nuovi media, gradualmente verrà rimpiazzato da sistemi di comunicazione privi di evanescenze, più affidabili e meno dispendiosi. Nessun problema per coloro i quali hanno utilizzato il radioascolto per i contenuti, la Rete e tutti i derivati informatici (o informativi) rappresentano la giusta e naturale continuità, per chi invece è stato un semplice cacciatore di segnali a distanza la soluzione sarà un po' più complicata.


Luca Botto Fiora