lunedì 1 febbraio 2010

PROVA QUARZI

Visitando le varie fiere dedicate all’elettronica e al radiantismo, si va alla ricerca dei componenti che occorrono a realizzare questo o quel progetto. Spesse volte si rischia di rimanere vittima di cocenti delusioni quando, una volta tornati a casa, si scopre che il materiale acquistato non funziona o non risponde esattamente alle nostre esigenze.

Questo capita specialmente con i quarzi che, il più delle volte, non presentano più la stampigliatura e non forniscono l’indicazione del loro valore oppure funzionano su frequenze armoniche o, addirittura, non oscillano proprio.

Mi sono dotato, quindi, di uno strumento tascabile, alimentato da una normale batteria a 9 V che, dato l’esiguo consumo dell’apparecchio e lo sporadico uso che se ne fa, garantisce lunghi tempi di autonomia. In più lo strumento è molto semplice nella concezione circuitale e si potrebbe costruirlo con i componenti che sicuramente sono già nel cassetto del ciarpame.

Scorrendo lo schema si nota che il quarzo in prova costituisce, assieme al transistor Q1 ed ai condensatori C1 e C2 un classico oscillatore Colpitts il cui segnale a radiofrequenza viene prelevato, tramite C4, per essere eventualmente misurato da un frequenzimetro. Attraverso C5, invece, il segnale viene rettificato dalla coppia di diodi al silicio D1 e D2 ed inviato a Q2 il quale, andando in conduzione, fa accendere il diodo led DL. Tutto questo, ovviamente, se il quarzo oscilla.





Una volta costruito il circuito stampato e montato i pochi componenti, si testerà l’apparecchio inserendo un qualsiasi quarzo. Se si ha a disposizione il valore di frequenza basterà sintonizzare sulla frequenza relativa il ricevitore di stazione per osservare una forte deviazione dell’S-meter.

Il quarzo in prova viene collegato tramite due pinzette a coccodrillo e tutto il circuito può essere inserito in un contenitore anche plastico.